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Claude Nicholas Ledoux

Claude Nicholas Ledoux

Claude-Nicolas Ledoux è nato a Dormans-sur-Marme in Francia il 21 marzo del 1736 ed è morto a Parigi il 18 novembre del 1806.
Ledoux fece i suoi primi studi nel Collège Beauvais a Parigi, e apprese la professione d'apprima presso Louis-François Trourad e poi entrò nella scuola di architettura di Jacques-François Blondel. Nel 1773, dopo essere stato respinto nel 1767, viene ammesso nell'Accademia Reale d'Architettura e gli viene conferito il titolo di Architetto del Re.
I progetti di Ledoux incuriosiscono, oltre che per la novità storica, per la temerarietà simbolica e tecnica delle forme. Egli era un anticipatore, la sua visione dell'architettura era innovativa e i suoi progetti, arditi e poco canonici per il tempo, gli procurarono numerose critiche.
Quatremère de Quincy e altri non gli lesinarono rimproveri, tra l'altro, per il suo eccessivo modo di "geometrizzare" l 'architettura.
Come in Boullé la geometria pura è il tema. La casa delle guardie campestri è una sfera, le fornaci della Fonderia di cannoni (Forge à canons) sono piramidi, così come l'Atlier des bûcherons (Abitazione dei boscaioli) mentre l'officina del bottaio (Atelier destiné à la fabrication des cercles) è un cilindro.
Alcune delle sue opere sono caratterizzate da fatti simbolici che interagiscono direttamente con l'opera compiuta e la simbologia esplicita, senza metafora, si materializza in progetti come la "Casa di piacere" o come nell'officina del bottaio.

Secondo Ledoux l'architettura deve esprimere la funzione ed evocare il contesto e non la condizione sociale del proprietario. Tale atteggiamento verrà definito con la locuzione "Architettura parlante" in "Etudes d’architecture en France" nel 1852.
Il suo lavoro è stato rivalutato storicamente da Emil Kaufmann con il suo saggio "Von Ledoux bis Le Corbusier" del 1933.
Con Etienne-Louis Boullée e Jean-Jacques Lequeu è considerato un protagonista dell'architettura "rivoluzionaria" francese, ispirata all'illuminismo settecentesco. Altri asseriscono invece, viste le date storiche e la poco gloriosa fine di Ledoux (pare abbia concluso i suoi giorni sul patibolo), che il suo lavoro non lo si possa considerare frutto dell'illuminismo. (D.G. 99)

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